Una manovra poco conosciuta

Non ricordo di averla letta su alcun manuale di arrampicata, quindi devo averla imparata da qualcuno molti anni fa. Chissà chi era. Non è difficile da imparare, richiede poco materiale e alla bisogna riduce di molto i rischi di una caduta rovinosa. manovraSCENA: in palestra di roccia il primo di cordata sale normalmente un monotiro o una via di più tiri di corda. Passa nei punti di assicurazione intermedia la corda per proteggersi da eventuali cadute. Giunto ad un certo punto del tiro, valuta di non proseguire per una causa qualsiasi (troppo difficile, roccia in cattive condizioni, mancanza o cattivo stato della chiodatura, infortunio fisico, ecc.). Anche il compagno, per le stesse o altre cause, non tenta di portare a termine il tiro; quindi non viene raggiunto l’ancoraggio/sosta predisposto per la calata. SOLUZIONE: sostituire nell’ultimo ancoraggio utilizzato in salita, il rinvio con un moschettone a ghiera. Passata la corda e, chiusa la ghiera, ci facciamo calare dal compagno con il freno già operativo (mezzo barcaiolo, bicchierino, gri-gri), rimanendo così appesi all’ultimo ancoraggio che avevamo rinviato in salita, recuperando, scendendo, tutto il materiale intermedio fino a ritornare a terra o alla sosta. PROBLEMA: se durante la discesa, a mano a mano che togliamo il materiale intermedio, dovesse cedere l’ancoraggio su cui ci stiamo calando, viene liberata una lunghezza di corda tale per cui, se siamo alti in parete faremo comunque una caduta lunga e quindi pericolosa; se siamo su un monotiro, quasi sicuramente cadiamo al suolo con le prevedibili conseguenze. RIMEDIO: la manovra poco conosciuta di cui al titolo dell’articolo (era ora direte voi!). Materiale occorrente: un moschettone a ghiera e un cordino da 6 o 7 mm o kevlar lungo circa un metro, adatto per costruire un autobloccante, lo stesso della corda doppia. Esecuzione: prima di iniziare la calata, facciamo un nodo autobloccante (Marchard bidirezionale o Prusik), sul ramo di corda che viene dal nostro assicuratore e lo colleghiamo con un moschettone a ghiera alla nostra imbracatura. Ordiniamo al compagno di iniziare la calata e con una mano manteniamo libero l’autobloccante che deve scorrere verso il basso assieme a noi per permettere la manovra. Scendendo togliamo tutto il materiale intermedio fino alla fine. Nel malaugurato caso dovesse cedere l’ancoraggio su cui viene eseguita la calata, dobbiamo immediatamente lasciare il nodo, che così entrerà in azione bloccandosi sulla corda. Con questo accorgimento, la caduta si ridurrà ad un volo sull’ancoraggio più vicino, come se stessimo arrampicando da capocordata. Il nodo autobloccante fa sì che tutto il tratto di corda che dalla nostra imbracatura, passando per l’ancoraggio superiore arriva al nodo stesso, venga escluso dalla caduta. Buon divertimento a tutti, compreso il sottoscritto, e occhio alla lunghezza della corda; oggigiorno anche quella da 60 metri a volte non basta per un monotiro. Cautelarsi con il nodo in fondo alla corda, quando si sale una via non conosciuta e senza relazione. Nereo Savioli CAI Sezione di Rimini